Pagine

martedì 26 novembre 2013

Acconto IRPEF, IRES, IRAP, INPS 2013: aumento tasse e proroga scadenza al 16 dicembre invece del 10 per anticipi

Riportiamo l'articolo di Lorenzo Pascucci, pubblicato sul sito www.webmasterpoint.org, in merito alle ultime novità sugli anticipi IRPEF, IRES, IRAP, INPS 2013.





La prima scadenza per gli acconti IRPEF, IRAP, IRES era stata fissata il 30 novembre 2013, poi slittata al 2 dicembre per via del fine settimana di mezzo e poi ancora al 10 Dicembre. Ora è stata concessa una nuovaproroga al 16 dicembre 2013 perché, per dirla con le parole del premier Enrico Letta, occorre "dare agio a tutti coloro che devono operare in questo campo di farlo senza corse". Il 16 dicembre che, peraltro, è lo stesso giorno di scadenza della seconda rata di quell'IMU 2013, di cui è stata chiesta a sua volta uno slittamento dei termini per effettuare il pagamento.
La conferma della proroga ufficiale al 16 Dicembre 2013 si avrà solo martedì prossimo quando nel Consiglio dei Ministri verrà votata la bozza di legge contenente lo slittamento delle scadenze. Bozza che è trapelata venerdì pomeriggio dal Governo Letta.
Ma a chi spetta pagare l'acconto IRPEF? Per capirlo, occorre controllare l'importo indicato nel modello Unico 2013 nel rigo RN33 Differenza. Solo se inferiore a 51,65 euro, il portafogli rimarrà chiuso. Per pagare di meno occorre fare riferimento al metodo previsionale. Si ricorda che, in attesa di notizie di rinvii, il 2 dicembre scadono anche l'IVIE, l'Imposta patrimoniale sugli immobili detenuti all'estero, a cui sono tenuti gli intestatari all'estero di terreni e fabbricati, e l'IVAFE, l'Imposta patrimoniale sulle attività finanziarie detenute all'estero, dovuta da chi possiede obbligazioni, titoli pubblici, valute estere, conti correnti bancari e metalli preziosiFino ad oggi l'acconto IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche) è aumentato fino al 100%. Quello IRAP (Imposta Regionale sulle Attività Produttive) subisce lo stesso trattamento mentre l'acconto IRES (Imposta sul Reddito delle Società) non solo è al 101%.
In realtà nella bozza, è previsto un aumento dell'IRES al 103% degli anticipi per tutte le aziende e professionisti, ma potrebbe scattare un aumento anche degli anticipi di Irpef e Irap se non si troverà ancora una adeguata copertura per la seconda rata dell'Imu sulla prima casa e su terreni agricoli e fabbricati rurali,
Troppi, insomma, i banchi di prova per i commercialisti italianipronti allo sciopero. Secondo Raffaele Marcello, presidente dell'Unione nazionale commercialisti ed esperti contabili, ci sono due ordini di problemi. "Da un lato la gestione del cliente, che sempre più spesso è in crisi di liquidità e non riesce a pagare le consulenze e le parcelle, mentre sull'altro versante subiamo il diluvio di adempimenti che l'amministrazione statale ci chiede, anzi ci delega a costo e a riconoscimento zero".
Lorenzo Pascucci

VINCE SPOLETO - Presentazione dell'Associazione e mio intervento

Sabato 23 novembre, alle 11:00 presso la biblioteca comunale di Spoleto, è stata presentata l'associazione Vince Spoleto.
Questo è il link al sito: www.vincespoleto.it (Il sito è ancora in costruzione)
Questo è il link alla pagina facebook dove potrete trovare tutte le informazioni e gli eventi riguardanti l'associazione che abbiamo creato: https://www.facebook.com/pages/Vince-Spoleto/359671607510258?fref=ts

Di seguito riporto l'abstract del mio intervento focalizzato sullo stato dell'arte dei fondi pubblici e, in particolare, sui nuovi fondi strutturali messi a disposizione dalla Comunità Europea per il settennio 2014-2020. Buona lettura!

Abstract dell'intervento durante la presentazione dell'associazione Vince Spoleto


Quello che proverò a fare nei prossimi 5 minuti sarà illustrarvi la nostra idea su come abbiamo intenzione di portare avanti gli ambiziosi obiettivi di cui vi abbiamo parlato fino ad ora. Questa è soltanto la nostra visione ma, come tale, riteniamo che sia una visione che chiunque, da aprile in avanti dovrà portare avanti al fine di garantire un futuro alla nostra città.
Ovviamente, per portare avanti programmi ambiziosi, occorrono risorse. È evidente che attualmente le risorse al nostro comune non siano esattamente a portata di mano. Non intendo entrare nell’argomento “Buco di Bilancio” perché quello che è il nostro interesse è ciò che avverrà domani.
Le conseguenze di non riuscire ad attirare fondi nel nostro territorio equilibrio sono a catena:
·         innanzitutto la mancata circolazione di capitale fa sì che nel territorio ci siano praticamente meno soldi da spendere.
·         Meno soldi significano meno acquisti e di conseguenza meno occupazione.
·         Meno occupazione vuol dire abbandono della città da parte delle risorse umane, che vanno a cercare fortuna in luoghi dove invece è possibile trovare un lavoro e vivere una vita dignitosa e che rispetti i sacrifici svolti durante un percorso di studi o un percorso professionalizzante.
al punto di vista delle casse comunali, perdere numero di abitanti, significa perdere su più fronti:
  •          innanzitutto sul fronte del PIL prodotto nel territorio. Già il PIL pro capite della regione Umbria è al di sotto della media italiana, nella nostra città è ancora al di sotto della media regionale.
  •         Secondariamente si perde il contributo pro capite che i Comuni percepiscono dallo Stato centrale.
  •         Infine si vanno a perdere tutti gli introiti della tassazione comunale, che servono a dare servizi. 
  • Contestualmente a tutto questo si ha un incremento dell’incidenza percentuale delle spese fisse sull’erogazione dei servizi base per il cittadino: per fare un banale esempio, un conto è dividere la spesa per l’illuminazione pubblica di una piazza su 40 mila abitanti, un conto è dividerla su 37 mila.

Vorrei specificare come sto utilizzando il concetto di PIL solo per raggiungere il vero obiettivo che è il PIQ, ovvero il prodotto interno della qualità, in questo caso della vita. Prendiamo in considerazione il caso di Perugia: di fronte a dimensioni territoriali comparabili tra i nostri due territori, si ha una densità di popolazione che è l’una un quarto dell’altra di fronte ad una retribuzione media pro capite del 35% rispetto agli abitanti di Spoleto
Riuscire ad aumentare la densità di popolazione, rispettando il territorio e le sue caratteristiche quindi, non cementificando, ma utilizzando e riportando a nuova vita il centro storico e le aree limitrofe che sono, in questo momento, in stato di abbandono, saremo in grado di poter offrire più servizi per il cittadino, più attrazioni per il turista e innalzare lo standard qualitativo della nostra città.
Motivo questo per cui l’obiettivo deve essere quello di generare una crescita sostenibile della città, che non punti a diventare una metropoli, il che vorrebbe dire snaturarla, ma che miri ad essere un luogo florido, ricco di occasioni per le generazioni che qui nascono e che qui vorrebbero crescere e vivere. 
Per far questo, un altro dei nostri programmi è quello di riprendere contatto e coinvolgere il maggior numero possibile di spoletini residenti all’estero affinché possano essere resi partecipi della vita cittadina e contribuire, con le loro esperienze e know how, alla ripartenza di questa città.
Ma il passo indietro che occorre obbligatoriamente compiere è quello di considerare che se non si hanno degli obiettivi, se non si ha una visione d’insieme e strategica della città, è impossibile individuare e reperire fondi che possano finanziare qualsivoglia attività…è il famoso discorso della Parabola dei Talenti, il servo che nasconde sotto terra il proprio talento non ne vedrà accrescere il valore.
Entro nel cuore del mio intervento e vi comunico un dato, un dato che non è affatto positivo: della quota (parte dei Fondi Strutturali Europei per l’Umbria del settennio 2008-2015) che rimane da spendere nel triennio 2013-2015, di circa 1 miliardo e 580 milioni, quasi nulla arriverà a Spoleto se non delle rimanenze del vecchio PUC2 (Piano Urbano Complesso 2).
E’ vero che siamo in buona compagnia, come sistema Italia siamo, mi addolora dirlo ma è la realtà, ancora maglia nera in Europa come percentuale di sfruttamento dei Fondi Strutturali Europei. Basti pensare che esiste una quota di fondi residui della precedente call, che fa sì che entro il 31 dicembre 2015 l’Italia dovrà spendere circa 31 miliardi di Euro e probabilmente sarà obbligata a rifiutarne più del 30%, circa 10 milioni di Euro.
Anche la Regione Umbria ha attualmente utilizzato soltanto il 50% delle risorse programmate ed è in estremo ritardo nella computazione delle spese per l’anno 2013, in buone parole non spende i soldi che i fondi, a cui ha avuto accesso con la presentazione del quadro strategico nel 2008, le offrono.
Occorre quindi puntare tutto sulla nuova call, sui nuovi Fondi Strutturali Europei che saranno stanziati per il settennio 2014-2020 e che ammonta a circa 90 miliardi di Euro, stiamo parlando probabilmente dell’ultima possibilità che ci è offerta dall’Europa per sfruttare dei fondi comunitari così massivi e focalizzati all’appianamento dei gap competitivi all’interno dell’Unione.
Di questi 90 miliardi, circa il 2% spetta alla Regione Umbria, il calcolo viene eseguito utilizzando come discriminante oggettiva la popolazione, a seguito viene poi corretta tramite più indicatori che prendono in considerazione più parametri come la composizione della popolazione, il territorio, etc.
Quindi 890 mila abitanti su 60 milioni pessano per circa il 2% della popolazione nazionale, per cui la fetta dei 90 miliardi che dovrà ricadere in Umbria nel prossimo periodo è di circa 1,8 Miliardi.
Continuando il ragionamento appena svolto, al Comune di Spoleto dovrebbero spettare 76 milioni in sette anni. Per avere un ordine di idee considerate che è pari a circa due anni di bilancio comunale attuale.
Ma come arrivano questi fondi? Soltanto se si fanno progetti plausibili per ottenerli!
E a chi sono rivolti questi fondi? Soltanto in minima parte ai comuni e agli enti, ma in quota molto elevata sono rivolte a imprese, attività commerciali e agricole, associazioni e fondazioni. Il ruolo di un comune, in questo frangente, deve essere quello di catalizzatore rispetto agli interessi del territorio.
Per fare dei progetti plausibili occorre innanzitutto analizzare su quali aspetti convergeranno i prossimi fondi strutturali europei. Anche se si aspetta dal Ministero un lume che abbia il sapore di qualcosa di certo, i driver principali saranno quattro:
  •           Sviluppo del Made in Italy Tradizionale: abbigliamento, meccanica di precisione, etc. attraverso il rafforzamento dell’internazionalizzazione;
  •           Alta Tecnologia: concentrazione delle risorse sulla ricerca, soprattutto in nanotecnologie e aerospazio. Si pensi al complesso di industrie del settore aeronautico presenti a Foligno;
  •          Agricoltura Specializzata: continuare ad esportare il nome italiano per quanto riguarda i beni agro alimentari. Su questo dobbiamo fondare il nostro asset principale in quanto è la nostra migliore risorsa e la più immediatamente sfruttabile. La tutela del settore agricolo deve essere anche un metodo di mantenimento dell’assetto idrogeologico, pensate soltanto a ciò che è avvenuto in Sardegna nei giorni scorsi
  •          Cultura e Ambiente: Lo stesso ministro Trigilia, ministro della coesione territoriale, ha affermato che “c’è una grande opportunità già in atto, con la crescita dei ceti medi soprattutto nei paesi emergenti”. Per questo “occorre fare un sforzo […] per mettere in campo una politica nazionale che sia fatta delle azioni del centro e delle regioni, variamo misure di rapida attuazione…”. Anche il settore del turismo è un asset assolutamente poco sfruttato nella nostra città e, in generale, nella nostra regione. Gli stessi documenti regionali ci dicono di come il nostro sistema ricettivo non sia adeguato a raccogliere il flusso desiderato.

Questi driver saranno veicolati attraverso i cinque canali di finanziamento che l’Europa mette a disposizione:
  • FESR: Fondo Europeo di Sviluppo Regionale;
  • FSE: Fondo Sociale Europeo;
  • FC: Fondo di Coesione;
  • FEASR: Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale;
  • FEAMP: Fondo Europeo per Affari Marittimi e la Pesca.

E’ facile intuire già dal nome di questi canali, come essi possano risultare strategici al nostro territorio.
A questo c’è da aggiungere che la nostra stessa regione sta avendo un importante, enorme, ritardo in merito alla presentazione del quadro strategico regionale 2014-2020. Questo getta anche i comuni del territorio nell’impossibilità di poter programmare, da ora e con precisione, le proprie linee strategiche per l’immediato futuro.
Attualmente si stanno svolgendo dei tavoli di discussione e degli incontri sia con i comuni, ma anche (?) con tutti i cittadini della regione per definire quello che sarà il Quadro Strategico Regionale 2004-2020 ed è a questi tavoli che chi ha il potere di farlo deve partecipare, perché in questo momento si stanno gettando le basi per il prossimo futuro e il futuro, signori, è un domino, ogni cosa non fatta ora è un errore per sempre. È in questo momento che tutto il sistema città si dovrebbe muovere e fare rete per portare avanti i propri interessi e decollare. Quindi è tutto il sistema della associazioni di categoria che deve far quadrato insieme al comune e presentare al tavolo regionale progetti che portino sviluppo e facciano decollare il sistema città. E’ come unire i puntini nel famoso gioco della settimana enigmistica, soltanto alla fine scopri qual è la forma, la figura definitiva, ma il tuo obiettivo, fino all’ultimo, è stato unire punto dopo punto, perché quello era il tuo dovere se volevi raggiungere lo scopo.
In conclusione vorrei ricordarvi che tutto questo è soltanto una pedina del puzzle. Accedere a determinati fondi è soltanto un mezzo per raggiungere l’obiettivo vero, quello strategico. Senza un vero obiettivo, senza un’idea di come vorremmo vedere la città tra qualche anno, senza avere l’ansia di vederla migliorare, rinnovarsi e crescere, tutto quello di cui vi ho appena parlato, vale zero, parole al vento. C’è tanto da fare, c’è un gran bisogno dell’impegno di tutta la comunità a prescindere dalla provenienza partitica. Perciò sarà impegno di tutti noi, di tutti quelli che vorranno contribuire attivamente, tracciare il disegno del puzzle, avercelo ben chiaro in mente, nei colori, nelle linee, nello sfondo, nel formato, e nei più piccoli dettagli. E attraverso un procedimento al contrario, smontarlo virtualmente in tanti pezzi, rischiando responsabilmente che qualcuno di quelli finisca persino di perdersi. Ma solo a quel punto potremmo consapevolmente rimontarlo, riparare le perdite e sostituirle proficuamente. Gente, per far tutto questo ci vuole sì serietà, responsabilità e impegno, ma anche tanta, tantissima creatività. Dunque: largo alle buone idee, alle proposte, insomma largo all’audacia, largo a chi saprà osare.

Luca Paolucci

Ringrazio Mikel Baqli per le foto http://www.mikelbaqli.com/

giovedì 21 novembre 2013

RFL01

Scopriamo insieme cosa viene fuori! 
Creare un storia fotografica di un progetto, mentre viene realizzato, è di fondamentale importanza: serve a creare la nostra storia, il nostro know how e ci permetterà di avere tanti riferimenti durante i progetti futuri.
Per rendere un po' più divertente la cosa abbiamo pensato di pubblicare alcune foto del progetto mentre cresce. Sarà divertente rivederle un giorno tutte in sequenza e vedere qualcosa che si forma!
Ovviamente, cos'è e cosa fa non si può dire...ma se volete buttatevi a indovinare!

21.11.2013 - Partiamo con la prima foto, questa è la VASCA SV MRK5


mercoledì 6 novembre 2013

WINDOWS 8.1 - Qualche delizia, molte croci!


Il giorno di Halloween ho potuto finalmente scaricare l'atteso aggiornamento del SO della casa di Redmond, mai giorno fu più azzeccato per l'uscita di un aggiornamento così importante: non avendo la possibilità di accettare un dolcetto, gli amici di Microsoft ci hanno fatto un bello scherzetto!

Start! (...o re-Start...)

Tra le varie migliorie e modifiche che potrete trovare nel nuovo software, non appena avrete la possibilità di avviarlo (preparatevi a scaricare 3,5 GB e a circa 45 minuti di installazione), troverete di nuovo il tasto Start nella schermata Desktop. Wow! qualcuno dirà, beh, calmate gli animi perché non è nient'altro che la rappresentazione del logo della finestra che ha la stessa identica funzione del precedente clic nell'angolo in basso a sinistra di Windows 8: ovvero vi porta alla schermata Start. Dimenticate quindi il vecchio menù a tendina disponibile fino alla versione 7, dovrete continuare a procurarvelo tramite software di terze parti.
Il mio consiglio è quello che se non riuscite a vincere il nemico, fatevelo amico: organizzate la schermata Start in modo che possa essere il più possibile funzionale alle vostre esigenze, ora è più flessibile, le icone possono essere ridimensionate in vario modo e potete creare gruppi più funzionali di quanto non foste riusciti con Windows 8. Anche qui una piccola pecca a mio avviso: non è ancora possibile disporre le icone delle App in senso verticale, ma soltanto creare gruppi che si muovo orizzontalmente rispetto allo schermo.
Altra novità della schermata Start è il tasto con freccia rivolta verso il basso che vi porta al menù dove sono presenti tutte le applicazioni, qui dovevano fare necessariamente qualcosa, è un casino senza fine, le icone sono piccole, i titoli dei menù dispersivi (sono troppo poco evidenti rispetto al resto degli oggetti visualizzati a schermo), è quasi impossibile orientarsi senza uno schema ben organizzato come era il compianto menù a tendina.
Una nota veramente positiva è il menù contestuale che potrete visualizzare cliccando con il tasto destro del mouse sul tasto Start della schermata desktop.


Menù contestuale Start

Da questa finestra potrete raggiungere un bel po' di funzioni comode per gestire il vostro SO.

Problemi, problemucci e problemoni...e le mie soluzioni

Di seguito farò una lista di tutti i problemi che ho riscontrato durante l'utilizzo del nuovo software e delle soluzioni che ho trovato per poter continuare ad utilizzare il pc, così, come se fosse un oggetto pensato per semplificarmi la vita e non necessariamente per rendermela ancora più complicata. Aggiornerò il post nel caso in cui dovessi trovare nuovi bug con le relative soluzioni, nel caso in cui non trovaste il post aggiornato le alternative sono tre: 
a) non ho riscontrato più bug (San Redmond prega per noi! NdA: A San Redmond fanno un festival di musica leggera?);
b) li ho trovati ma mi tengo la soluzione perché vi sto boicottando e tra qualche anno sarò uno dei pochi ad avere un pc funzionante;
c) li ho trovati e sto ancora prendendo a testate il monitor.
Mi scuso con i tecnici perché non sarò particolarmente specialistico nelle mie descrizioni, ma l'obiettivo è quello di far impazzire il meno possibile chi già sta perdendo tempo con qualcosa che dovrebbe funzionare da sé, senza l'ausilio di troppi forum specialistici.
Ovvio dirlo, ma è sempre meglio farlo, ma non mi assumo la responsabilità per eventuali danni a computer, dati, cose, persone o animali che possano essere provocati dalla messa in atto delle procedure di seguito elencate.

Crash del File Explorer di Windows 8.1

Potrebbe capitare che un servizio banale come il File Explorer di Windows vada in crash non appena tentiate di aprire una cartella/copiare un file/aprire il menù contestuale e via dicendo.
E' ovviamente una banalità, in fondo che ci fai con le cartelle di file!?! Ok, ovviamente scherzavo. 
Il problema è principalmente presente nei pc dove è installato un pacchetto Autodesk 2014 (Autocad, Inventor e chi più ne ha più ne metta), la soluzione è quella di installare il Service Pack 1 del relativo pacchetto installato, questo il link per accedere al sito Autodesk e scaricare il relativo hotfix: http://usa.autodesk.com/support/downloads/.

Windows 8.1 non stampa e non aggiunge nuove stampanti 

Al pari del precedente inconveniente è un problema che di certo tutti riterranno secondario...ma con tutti i beta tester che ci sono, possibile che nessuno ha notato questo 'piccolo neo'??
Vi accorgerete del problema quando andando a stampare, da Word ad esempio, vedrete che il menù a tendina dice che non c'è nessuna stampante installata.

Windows 8.1 - Nessuna Stampante Installata

Se ora, come immagino, sarete già andati su Gestione Dispositivi, avrete trovato tutte le vostre stampanti in fila e pronte per l'utilizzo, peccato che se provate a cliccare su qualsiasi funzione, la più immediata (e non dite che non l'avete fatto perché non ci credo!) è quella di provare ad installare una nuova stampante, il messaggio d'errore che vi appare è un rassicurante "Windows: impossibile aprire ... Nessun endpoint disponibile nel mapping degli endpoint"


Beh, è talmente chiaro che la soluzione è scontata, quindi buon lavoro, sapete cosa fare!

...

Ok, ve lo dico. Seguite questi passi e il problema è risolto:
1) non andate a scaricare nessun hotfix che trovate googlando in giro perché non risolvono il problema, ma in compenso potrebbero crearvene altri;
2) non utilizzate ripristino configurazione di sistema perché, almeno nel mio caso, non ha funzionato;
3) posizionatevi sul tasto Start e cliccate con il tasto destro del mouse, si apre il menù contestuale che vi ho mostrato ad inizio articolo;
4) cliccate Gestione Attività e aprite la scheda Servizi;
5) ora cercate la voce Spooler, che dovrebbe riportare la dicitura 'Arrestato' alla colonna Stato, cliccate con il tasto destro e di nuovo su Avvia.

Gestione Attività Windows 8.1

A questo punto chiudete tutto, tornate al vostro lavoro e stampate responsabilmente! ;-) 

Impostazione del tastierino numerico all'avvio (il Block Num per intenderci)

Qui non parliamo di un vero e proprio problema, ma di una impostazione, che era già presente in Windows 8, che prevedeva la disattivazione di default del tastierino numerico all'avvio.
Personalmente la ritengo molto scomoda in quanto la mia password di accesso comprende dei valori numerici e, puntualmente, dovevo scrivere due volte la password all'accesso perché dimenticavo sempre di attivarlo. Questo rientra nella filosofia: 'perché fare una cosa quando puoi tranquillamente non farla?'
Per quanto mi riguarda non ha funzionato settare dal bios del pc tale impostazione su 'Attivo', Windows è così impiccione che al riavvio la va a modificare di propria sponte, bisogna quindi dire al sistema operativo di farsi gli affaracci suoi, ecco come:
1) cliccate con il tasto destro del mouse nell'icona di Windows in basso a sinistra (visto quante volte torna utile!?);
2) selezionate la voce 'Esegui';
3) nella finestra che vi appare digitate 'regedit'. Alla finestra che si apre cliccate su ok, dopodiché si apre la finestra del registro di sistema.

Registro di Sistema

4) raggiungete questo percorso: HKEY_USERS\.Default\Control Panel\Keyboard
5) nella finestra di sinistra individuate il valore  InitialKeyboardIndicators, cliccateci con il tasto destro del mouse, cliccate 'Modifica' e impostate il valore contenuto nella casella, qualunque esso sia, a 2. Prima di farlo vi consiglio di copiare il valore che trovate in un file di testo...hai visto mai che si va a far danni!
Nel caso voleste tornare indietro e disattivare nuovamente il Block Num all'avvio, ripetete la procedura e impostate il valore su 0.
P.S: Un backup del registro di sistema è sempre consigliato quando uno ci va a sficcanasare dentro!  



sabato 13 ottobre 2012

Occupy Wall Street vs Alessio Rastani

Alessio Rastani ci offre uno sguardo molto critico, ma lucido, di ciò che la finanza è oggi. In effetti il titolo di questo post dovrebbe essere più Alessio Rastani verso (nel senso di incontro) Occupy Wall Street.
Tutti gli investitori dovrebbero tenere bene a mente il consiglio che conclude l'intervista: "...Prima di investire in qualsiasi risorsa, prima di investire in qualsiasi titolo, dovete investire in voi stessi, nella vostra mente, nella vostra educazione finanziaria..."



Al prossimo post.

lunedì 24 settembre 2012

Accreditamento delle Agenzie Formative Regione Umbria

L'accreditamento presso la Regione Umbria delle Agenzie Formative, ed il suo mantenimento nel tempo, è un step fondamentale per svolgere attività di formazione convenzionata e riconosciuta.


Cliccando sul link seguente è possibile scaricare le slides del corso da me tenuto, organizzato dalla Ecostudio di Terni, il giorno 10 settembre 2012.



Di seguito il link alla sezione del sito della Regione Umbria dedicata all'accreditamento: Link

Per qualsiasi informazione o approfondimento in merito all'Accreditamento delle Agenzie Formative, potete lasciare un commento in fondo a questo post o utilizzare i recapiti riportati nelle slides o nella pagina contatti.

Al prossimo post.
Luca Paolucci

Sulla malattia e la cura

L'italiano non ha memoria, è un dato di fatto. Lusi e Penati sono già finiti nel dimenticatoio e noi siamo di nuovo illusi, innocenti e ingenui, pronti ad inorridirci per l'ennesimo scandalo dovuto alla malsana gestione dei fondi pubblici da parte di una politica che dei peccati capitali ha ormai fatto un programma di governo: superbia, avarizia, lussuria, invidia, gola, ira e accidia. Se non hai un buon punteggio su tutte i precedenti skills, non sperare di arrivar lontano in certi ambienti.
Chi desiderasse vedere una chiara esibizione delle sette "virtù" capitali, può riguardarsi la puntata di ieri sera di In Onda, il programma di Nicola Porro e Luca Telese, con Franco Fiorito.


Sulle dichiarazioni dell'ex tesoriere del PdL ognuno si farà le sue opinioni, due però sono le cose che vorrei sottolineare: la prima è il perché i due giornalisti, a seguito delle improbabili dichiarazioni di innocenza, delle minimizzazioni, dei vittimismi di Fiorito, non giungano mai al punto, non arrivino mai a chiedere all'ospite: "Ma allora, secondo lei, perché è indagato?" perché a sentir lui sembra veramente che sia l'ennesimo capro espiatorio, la vittima del sistema, quello che è stato scalzato.
La seconda, più leggera e personale, è che andare in tv con Taormina di fianco è come una dichiarazione di colpevolezza, non perché non sia giusto portarsi un avvocato, ma perché ti porti Taormina! E' come il bollino blu dell'Uomo Del Monte, un certificato di garanzia di colpevolezza.
Anche Ghedini lo stava per diventare, e lo è anche stato, ma ora evidentemente è stato ben consigliato da chi di sistemi di comunicazione se ne intende: chiedete al supermercato chi è Berlusconi, qualcuno non si ricorderà neanche che è stato il presidente del consiglio fino ad un anno fa. Se ne sta quindi nel suo ufficio, qualche cena in più con la moglie, porta a spasso il cane. Nel frattempo l'italiano dimentica e tra qualche mese è di nuovo candido e pulito per presentarsi alle prossime politiche.

Ammesso quindi che ci troviamo di fronte solo una delle teste che salterà, la Polverini ieri ha sentito il bisogno di farsi insultare da Monti, speriamo ritrovi un briciolo di dignità e si eclissi dalle nostre scene per sempre.  
Ammesso anche che Fiorito in una cosa ha ragione, il problema è sistemico e non localizzato o attribuibile ad un solo schieramento. A poco servono le dimissioni dei consiglieri di opposizione, il sistema è lo stesso per tutti: oggi a me, domani a te. Chi sta facendo polvere oggi è perché non vede l'ora di salire al comando e mangiare la fetta più grande. 
Ammesso anche che proprio il 18 settembre scorso non è stata approvata la legge sulla revisione dei bilanci da parte di società di certificazione esterna, ma soltanto modificato il regolamento di Montecitorio per garantire una maggiore trasparenza (Link all'articolo de Il Fatto Quotidiano). Avere trasparenza su  bilanci non certificati è come andare a fare snorkeling alla foce del Tevere: non vedi niente, ma di certo è immondizia.
Occorre sanare questa situazione, occorre che un Parlamento lo faccia e, se non lo fa, occorre che un Governo, che non a caso in questo momento è tecnico, inizi a scandagliare questo mare di fondi senza fondo e imponga delle regole. Altrimenti è assolutamente inutile sperare che dopo le prossime elezioni possa esistere una classe politica capace di governare senza cedere al richiamo dato dai soldi e dal potere. A tal proposito riporto uno stralcio dell'editoriale di Eugenio Scalfari, pubblicato ieri su La Repubblica, che ben riassume, anche se con alcune riserve, questo dovere di cui l'esecutivo deve necessariamente farsi carico di qui in avanti. 
Le mie riserve, di cui magari un giorno scriverò ampiamente su questo blog, sono riferite essenzialmente alle considerazioni che Scalfari fa in merito alla patrimoniale. Non ritengo sia esattamente come descrive, una patrimoniale ben fatta avrebbe risolto molto e raccolto anche il consenso di chi, senza patrimoniale e possedendo molto, ha perso lo stesso pagando in un'enorme svalutazione dei titoli nei mercati azionari e nel crollo del mercato immobiliare. Mercato immobiliare che (ditelo a Scalfari perché forse non se ne è accorto) c'è stato e insieme al crollo del comparto metalmeccanico è causa della recessione nel nostro paese.

Al prossimo post.
Luca Paolucci


"
...

Le dimensioni della crisi industriale sono tali da richiedere soluzioni generali perché è impossibile un approccio caso per caso.
Viene in tal modo al pettine il tema del lavoro, della produttività, dell’occupazione, dei contratti, del precariato, degli ammortizzatori sociali, della fiscalità, delle liberalizzazioni. Insomma delle risorse, perché è puramente illusorio pensar di padroneggiare l’enormità e la complessità di questa crisi con riforme a tasso zero.
Le riforme a tasso zero sono ganascini e placebo, non terapie che agiscono sulle cause e non soltanto sui sintomi.
Alcuni, anzi purtroppo molti, pensano di risolvere la questione con un’imposta patrimoniale sui ricchi. Far piangere i ricchi per consolare i poveri e riportarli sul mercato dei consumi. Una patrimoniale capace di produrre questi effetti eticamente è sacrosanta ma economicamente è impossibile. In un mercato dei capitali aperto come abbiamo in Europa e nel mondo si determinerebbe una fuga di capitali di proporzioni enormi con effetti devastanti sul mercato finanziario e sulla tenuta dell’euro. L’imposta patrimoniale ha un senso se si tratta di un gravame ordinario di piccole dimensioni che, in una futura riforma fiscale, serva di coronamento a imposte proporzionali sulla ricchezza per mantenere un andamento progressivo del sistema nel suo complesso. Ad altro non può servire, salvo che se ne limiti l’applicazione ai patrimoni immobiliari con il risultato di un effetto negativo sul valore e quindi sulla vendita dei predetti immobili. Sarebbe opportuno che di queste cose riflettessero quelle forze politiche che della patrimoniale hanno fatto un mantra che non sta in piedi.
In realtà c’è solo un modo per affrontare il problema del come finanziare le riforme degli ammortizzatori e i nuovi investimenti: il taglio della spesa corrente.
La spesa corrente negli ultimi dieci anni è aumentata al ritmo del 2 per cento l’anno senza procurare alcuna contropartita vantaggiosa allo Stato e all’occupazione. La crescita della spesa è avvenuta perfino in questo ultimo anno con il governo cosiddetto tecnico. Ora è in corso la riqualificazione della spesa (spending review) ma i frutti sono ancora del tutto insufficienti.
Affinché fossero significativi ci vorrebbe un taglio di 40 miliardi, dal quale siamo ancora ben lontani anche perché con quella cifra si impedirebbe un ulteriore aumento senza tuttavia alcuna diminuzione capace di generare nuove risorse.
Il taglio dovrebbe dunque ammontare complessivamente a 50 miliardi e non può certo essere effettuato a carico della spesa sociale, della quale vanno cambiati i meccanismi ma non la dimensione. È possibile? Sì, è possibile, il grasso da tagliare c’è. Non certamente tagli lineari ma mirati. Il ministro Giarda e il commissario Bondi ne hanno individuato alcuni, ma le cifre sono ancora molto limitate e il processo va avanti con eccessiva timidezza e con molti ostacoli frapposti da lobby potenti e da alcuni partiti ad esse legati.
Il vero banco di prova di questo governo nei pochi mesi di vita che gli restano è questo. “Qui si parrà la tua nobilitate”. Non solo gli sprechi ma una visione politica deve presiedere a questa operazione che ha come contropartita una riduzione, anch’essa mirata, delle imposte. Un taglio massiccio della spesa corrente potrebbe infatti produrre deflazione se non fosse destinato ad una riduzione, anch’essa mirata, delle imposte.
Quali imposte? Le accise e le imposte sul lavoro e sulle imprese; tante riduzioni di spesa e altrettante riduzioni di imposte, fermo restando il fiscal compact e il pareggio del bilancio previsto.
Questa deve essere la scommessa. Se riuscisse porrà le condizioni del rilancio per la crescita del reddito, sempre che nel frattempo anche lo spread diminuisca e con esso gli interessi e gli oneri del Tesoro sul debito pubblico.
..."